
Fleur Bleue, da La Botanique de Jean-Jacques Rousseau
Ero fatto per esserti fedele
ma tu mi sei passata davanti
come un treno che non ferma
così lo scambio mi ha deviato sul binario
dei traditori e dei puttanieri
(Michele Mari, Cento poesie d’amore a LadyHawke)
Quadro I. – Pinkerton e Butterfly. Di loro non mi interessa che lui sia un giovane tenente americano, rapace e portatore di un «facile vangelo» e che lei sia una giapponesina di quindici anni, che viene da una famiglia che ha subito un rovescio di fortuna.
Di loro mi interessa la notte di nozze, il brano più sensuale mai composto.
Lei ci crede. Ma ci crede pure lui. Lo dice il libretto, ovvero le parole, ovvero la sceneggiatura, ma lo dice anche la musica.
Insomma, non è come nella Turandot in cui lei a un certo punto dice una cosa e ne vuole intendere un’altra ed è la musica a rivelarcelo.
E come si fa a capire: a orecchio. Oppure con l’esperienza. O, meglio, a istinto, l’istinto di solito non sbaglia.
Finirà tragicamente, con lei suicida e lui che era tornato a trovarla dopo anni e in compagnia di un’altra.
Che cosa è successo. Quello che ogni tanto succede: che ci credevano entrambi, poi lei ha continuato a crederci e lui non ci ha creduto più.