CORONA BLUES, 30: TEMPI MODERNI

Rievoca. Insegna. Diverte.

Un respiro profondo.
Anzi, due.
Sono superconcentrata.
Superpreparata.
Superfelice.
Mi dico che se sono felice in questa situazione e quasi mai in altre è perché ho qualche svalvolamento.
Mi rispondo fatti i fatti tuoi e non commentare i miei stati d’animo.
Se sei capace di mettere a tacere te stesso, stai già un pezzo avanti.
Ho lanciato Zoom trenta minuti fa, il tempo di fare qualcosa se qualcosa non va.
Alle 18:29 clicco Start This Meeting.
Mi compare una schermata che mi chiede pochi secondi perché si sta aggiornando.
Non mente, lo fa davvero in un attimo.
Clicco Zoom Launcher.
Si apre, morbidamente.
Share Screen.
Condivido, dunque, il mio schermo.
Mi compare la barra dalla quale vedo uno degli spettacoli più belli del mondo: nel mio piccolo studio di 11 mq entrano come un fiotto tutte quelle persone.
Qualcuno mi ha detto che sono io ad andare da loro.
Sono due immagini entrambe belle, loro che vengono da me, l’arte che va da loro.

Inizio oggi il mio nuovo ciclo dei Sorbetti.
E ho deciso di registrare la lezione, cominciando così a costituire un archivio, con file da poter inviare su richiesta agli iscritti che non fossero stati presenti.
Io sono una donna molto gelosa, dico sempre che se non ho mai infilato quattro cacciaviti nelle quattro gomme della macchina di un uomo, è solo perché sono una persona civilizzata con capacità di autocontrollo.
Ma sono gelosa.
Sono gelosa della mia casa, dei miei oggetti, degli abiti.
Sono una donna gelosa ma non sono gelosa delle mie lezioni. Quindi, se qualcuno vuole registrarle, ne sono contenta, vivo questa cosa un po’ come se esse potessero essere un fertilizzante, uno strumento di comunicazione.
Ma io non mi registro mai. E questa è dunque una novità, che si porta dietro, fra l’altro, timori tecnici, e se poi accade qualcosa all’audio, se ci inceppa il meccanismo, ho fatto delle prove ma oggi la prova è in diretta.
Tiro giù la tendina More, clicco Record, chiedo se la mia voce continua ad arrivare, mi dicono di sì, non mi preoccupo più di niente, silenzio tutti i microfoni e mi godo la mia lezione.
Fare una lezione è un’esperienza totalizzante, certo, bisogna vedere come viene, questa lezione qui mi sembra che abbia preso bene il vento e che veleggi leggera.
Ho messo in acqua la mia barchetta, io che non amo per niente il mare apprezzo le metafore marinare.
Mi piace quella che dice che la valentìa del nocchiero si vede durante la tempesta, tutti, infatti, sono capaci a navigare con il mare calmo.
Mi piace la preghiera del pescatore bretone, che ho in un ritaglio di rivista sul mio moodboard all’ingresso.

Desidero fortemente che la mia barchetta prenda il largo e vada alla scoperta di interi, fantastici continenti.
Mi dico sono capace di farcela.
Mi dico che ce la metto tutta, con Dürer ritengo che l’arte giustamente applicata abbia buone conseguenze.
E io mi applico, e applico l’arte.
Devo correggere qualcosa verso la fine, devo imparare a gestire meglio gli ultimi quindici secondi.
Fine del collegamento.
Compare una schermata che mi dice che sta convertendo il file.
Ah, si, la registrazione: partita in automatico, in automatico si è conclusa.
Lascio lavorare il mio computer e vado a servirmi un aperitivo.
Quando mi rimetto alla scrivania, la conversione è conclusa ed è già accaduto tutto. Il computer ha creato una cartella apposita, le ha dato un nome, ci ha messo una data e mi chiede pure se sono contenta.
Contentissima.
La cosa di cui avevo sospettato l’esistenza durante le mie poche prove e che mi accorgo essere reale è che il file è completo. Nel senso che contiene tutto.
Lo apro, sul mio schermo scorrono le immagini con il ritmo esatto che io ho dato loro e dagli altoparlanti esce la mia voce che le commenta.
Vedo perfino il puntatore del mouse, che utilizzo quando voglio far notare un dettaglio.
Ovvero: cliccando su Record, quello registra tutto e fa tutto da solo.
La registrazione è di qualità buona, certo, sono nel mio studio e non in uno studio di doppiaggio, completamente insonorizzato, ma non lavoro a Cape Canaveral, non voglio partorire un prodotto liscio, lucido e leccato, davvero è l’ultima cosa che desidero. Apprezzo anche il lato artigianale del mestiere e certe contingenze, il lapsus, l’impiccio, la frazione di secondo in più per trovare la parola giusta.
Riascolto tutta la lezione, confermo che non lo faccio mai, ripeto che manco Pollini si riascolta e che ogni tanto sente alla radio uno che interpreta un brano e si chiede e questo chi è. Poi capisce che è lui che suona il pianoforte.
Non mi riascolto e non ho alcuna intenzione di cominciare a riascoltarmi.

Ma oggi è diverso. Sono stupefatta davanti a questo prodigio della tecnica, alla facilità con cui posso disporre delle mie lezioni, se te ne serve una su quell’argomento, te la mando in allegato via mail.
Che meraviglia.

Quanto amo i tempi moderni.

6 Comments

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  1. Tutto bello, tutto ha funzionato. Posso avere questa prima registrazione? Grazie!

  2. Simona Innocenti

    15 maggio 2020 — 18:15

    Mi sono goduta il primo sorbetto!
    Delizioso, grazie

    • Rosella Gallo

      15 maggio 2020 — 18:40

      Grazie a te, Simona, mi fa molto piacere che tu abbia gradito il gusto che ho proposto, a presto per tutta la varietà di scelte e di sapori 🙂

  3. Maria paola cicini

    16 maggio 2020 — 10:25

    Che bello, quindi posso ascoltare la tua lezioni anche se non sono riuscita ad essere presente Giovedì 14 ?
    Hai avuto un ottima idea Rosella.
    Io le tue lezioni le registro sempre, sia quelle in aula sia quelle online, perché mi piace riascoltarti , perché con i semplici appunti molte cose si perdono.
    Complimenti Rosella cara, sei una fonte inesauribile di energia, curiosità, novità. Ogni volta superi te stessa.
    Potrei avere anch’io una copia della registrazione di giovedì?
    Ti ringrazio molto e a presto cioè a Lunedì 😉😘
    Maria paola

    • Rosella Gallo

      16 maggio 2020 — 11:20

      Grazie a te, Maria Paola, credo che la possibilità di registrare le lezioni con una buona qualità di video e di audio sia il migliore complemento per quest’arte che è libera per definizione, fruibile dovunque. Ti mando il file del primo Sorbetto, così giudichi di persona. E grazie delle tue parole e del suggerimento di andare avanti con l’esperienza on line, che viene da te. Mi fa infinitamente piacere trovarti, mi fa infinitamente piacere esserci. A lunedì, dunque, a presto. Rosella

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