
16 maggio 2019 Fino alla fine dei miei giorni
Belli, i tempi in cui uno a fine anno organizzava l’agenda nuova ricopiando tutti gli indirizzi.
Io continuo a usare un’agenda vera, con la carta bible e il taglio delle pagine in oro, però è fatta in modo tale da avere la rubrica telefonica indipendente, così come il piccolo atlante con, nell’ordine, il planisfero con i fusi orari, l’Europa, l’Asia, l’Africa e i Territori d’oltremare, la Région parisienne, i mezzi di trasporto, tutti, Paris et banlieu, le strade di Francia su due pagine e poi, con calma, gli Stati Uniti e le Americhe.
Nell’ultima pagina, la Francia amministrativa.
Più francese di così, la mia agenda non potrebbe essere, la Francia al centro del mondo, tutto il resto viene se c’è ancora spazio.
Sono del tutto d’accordo.
Anche perché altrimenti non userei un’agenda francese, il cui unico problema, come ho già accennato da qualche parte, è di riportare le feste nazionali loro e non le nostre, quindi ogni tanto capita che mi sbaglio.
Ma, dicevo, la rubrica telefonica è autonoma e sono anni che non la rinnovo, dunque essa ospita numeri telefonici di gente che non fa più quel lavoro, che non abita più in quella casa, che non è più oggetto dei miei sentimenti.
Come con l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., la vita si è fermata in un anno che però non sono capace di identificare.
E come tutti i numeri telefonici di tutti, anche i miei numeri stanno sul telefono.
Dunque, non si verifica più a fine anno quel fenomeno per cui ogni tanto telefonava qualcuno che non sentivi da un pezzo, perché quello stava facendo quello che facevi tu, cioè ricopiava i numeri sull’agenda nuova e gli tornavi in mente.
Però anche con WhatsApp può succedere.