Lorenzo Rocco, Illustrazione della Newsletter

Il verbo è seguire.
Infatti si clicca un pulsante blu con su scritto SEGUI.
Seguo vari account Instagram.
Instagram è un social che, come tutto quello che è dentro (ma anche fuori) internet, può essere molto interessante o molto stupido.
Diciamo che se uno sta un po’ attento, qualcosa di buono esce fuori quasi sempre.
Voi prendete l’account che si chiama philosophyissexy. Vi aiuto sciogliendolo un po’: la filosofia è sexy.
Cosa che, a guardare come viene proposta, ci trova d’accordo.
Lei si chiama Marie, è un filosofo che insegna, scrive, è molto attiva sui social, cura dei corsi on line, è sempre sorridente, è feconda e faconda.
Al punto che tutte le mattine pubblica un post lungo e articolato su Instagram. Oggi era già pronto alle 6:50, dunque, lei è una che si sveglia presto.

Marie Robert

Personalmente preferisco le persone che si svegliano presto ai tiratardi, qui è davvero questione di gusti, ma i mattinieri mi sembrano più produttivi.
E qui arriviamo a uno dei nodi per me sostanziali: la produttività.
Gli economisti dicono che il commercio si giudica dai risultati.
Nello stesso modo, potremmo dire che il lavoro intellettuale, che è altro dal commercio, si giudica dalla produttività.
Poi, d’accordo, c’è gente che produce poco, pure Leonardo sembra che certi giorni stesse sempre con il pennello in mano, scordandosi anche di mangiare e di bere, però altri giorni, due, tre o quattro, li trascorreva soltanto contemplando le sue figure, oppure dando loro un paio di pennellate al volo, andandosene poi da un’altra parte.
Però questo si chiama ozio creativo e produce idee.

Comunque, Marie è molto produttiva.

Ed è inoltre giovane, bella, dotata di una magnifica scrittura e capace di aprirsi a tutti gli argomenti.
Altrimenti che filosofo sarebbe.
Altrimenti come potrebbe sostenere che la filosofia è sexy.
Ma vengo al dunque.
Di recente un suo post, come sempre corredato di una foto in bianco e nero che illustra il contenuto, si occupava dell’etimologia del verbo accompagnare.
E il verbo accompagnare in questo momento sta dappertutto.
Ammetto che mi sta molto simpatico, non è invadente, non è prepotente, sa di sapienza, insomma, è come se qualcuno ti tendesse una mano, prendesse la tua e dicesse «Vieni».
Ma, stavamo dicendo, con Marie, l’etimologia. La derivazione è medioevale: companio, composto da cum e un derivato di panis.
Dunque, il compagno è uno che mangia il pane con te.
E, a questo punto, accompagnare significa che l’atto di mangiare quel pane acquista il respiro del verbo e il verbo, lo sappiamo, è l’essenza della lingua e dei concetti.
Se non si fosse capito: sono una fissata con la produttività.
E con il movimento, dunque amo anche la metafora del cammino.
Insomma, se devo stare in compagnia e con essa mangiare il mio pane, da qualche parte devo andare.
Dove, possiamo pure lasciarlo nel vago, se essa, la compagnia, è buona, tutte le destinazioni vanno bene. E mi sta bene farmi accompagnare da Marie di primo mattino, avere da lei dei suggerimenti, essere stimolata a ragionare anche su cose delle quali pensavo non mi importasse niente.
E prendo da lei ispirazione.
Trovo che anche la storia dell’arte sia sexy e, come lei vuole spolverare, proprio come si fa con i mobili, la filosofia, io voglio togliere la polvere alla storia dell’arte.
E voglio accompagnarvi alla sua scoperta, in un cammino che è tutto da decidere e che, come sempre con le cose più belle, si fa da solo.
E vengo al titolo di questa Newsletter, che stavolta ho sfilato ad Antonio Machado, o meglio, a un verso di una sua poesia.
E a questo verso, per essere comprensibile, manca un pezzo.
Come si fa con i pin impegnativi in questi tempi digitali, ho diviso il verso in due parti: una sta in testa, l’altra la trovate negli asterischi di saluto finali.

Comunque.
Lunedì 31 maggio prossimo alle 18:00 siete tutti invitati a seguire con me (che vi accompagno) l’Episodio pilota della Miniserie del giugno 2021, quattro Episodi imperdibili (lunedì 7, 14, 21 e 28 giugno), dal titolo American Beauty, nella quale ci andremo a occupare dell’arte USA dei primi del XX secolo, un’arte di pionieri, romantici, irresistibili, in astinenza da Europa, quindi, di Europa desiderosi e desideranti.

La Pupazzina American Beauty di Lorenzo Rocco

American Beauty è una rosa ed è un film. Ma è anche il nome della nuova Pupazzina, che voglio presentarvi.

Ricoperta pure lei di petali, come la ragazza, diciamo così, sognata al cinema.

Sam Mendes, American Beauty, 1999

Ho visto il film di Sam Mendes due volte quando uscì. E con due uomini diversi.
Ricordo che piacque molto a loro. Invece, a me, quasi per niente.
Dovrei rivederlo, ma al momento ho altro da fare e altri film da vedere.
Mi basta aver tratto da esso l’ispirazione per una mia produzione.
Ma: che stavamo dicendo.
Che vi invito a inviarmi un’adesione all’Episodio pilota, al quale l’accesso è libero, e a coltivare con me il gusto del cammino in compagnia.
La mail per l’invio dell’adesione è info@ilsolealguinzaglio.it.
E lì vi aspetto, per accompagnarvi.
State bene e fate cose belle, pionieristiche e desideranti.

* Ecco il verso completo: «Viandante, non c’è cammino, il cammino si fa camminando». Caminante no hay camino. Sono i tuoi passi, le tue impronte, a inventarlo. Siamo nel 1912, per la cronaca e la storia
** L’illustrazione di apertura, che è una specie di Pupazzina, è di Lorenzo Rocco
*** L’assistenza tecnica, che di strada ne ha fatta e tanta altra ne farà, è di Virgilio Piccardi
**** Se volete anche voi farvi accompagnare da Marie, la trovate qui (in francese)