TRE ANNI DI BLOG

Il mio frigorifero, il 31 gennaio 2021

Sentito in una libreria:
«Ah! Quegli autori che scrivono dei libri per parlare di sé, curarsi, e che inoltre, vogliono che li amiamo»

Christian Estèbe, La vita fuggitiva ma reale di Pierre Lombard, VPR

Sto leggendo un romanzo che parla di un VPR, ovvero di un venditore, di un rappresentante, per la precisione, di libri.
VRP è l’abbreviazione di voyageur représentant placier. Uno pensa che sia una cosa del secolo scorso, visto che Pierre Lombard cerca anche di piazzare enciclopedie presso i suoi clienti, invece, no.
È un romanzo appena uscito, che è stato presentato da un editore francese che, per me, ogni cosa che dice, è oro.
Si capisce al volo che la narrazione procede per metafore, i posti sono inventati, le regioni non stanno da nessuna parte, le case editrici hanno nomi fittizi.
Poco male, anche se prediligo i luoghi che posso ritrovare.
E Macondo, allora.
Ora vi dico pure che ho letto Cent’anni di solitudine in montagna, sulle Dolomiti, dépaysement assicurato.
Se è per questo, una volta, medesima situazione, ho anche visto lì, non mi ricordo se nella parrocchia o sotto un tendone estivo, un film di Bollywood.
Che, ammettiamolo, fra i tirolesi, faceva la figura del cavolo a merenda.
Ma le vacanze mi hanno annoiato per anni, dunque per anni ho fatto quello che ho potuto per scappare da dove stavo in vacanza.

Fino a che non ho cominciato a fare le vacanze che dicevo io.

Ma divago.
E invece, voglio festeggiare i tre anni del mio blog.
E allora che c’entra la citazione.
C’entra, eccome.
Innanzitutto riflette, crudelmente, quello che penso io di tanti che fanno un mestiere, chiamiamolo, d’arte.
E poi è il dubbio feroce che scorre sotto la pelle come il sangue.
Se io non ci tenessi a essere letta, scriverei il mio diario, le Journal, arrampicata sullo sgabello e sul tavolo di marmo vecchio di almeno cento anni della mia cucina.
Uno dei miei posti preferiti in casa.
Ma se ho lanciato un blog, è perché volevo altro.
Anche prendere il volo dal mio Journal, che comunque continuo a scrivere, quello sì, che serve a curarsi.
Volevo raccontare e vedere se qualcuno voleva leggermi.

Il mio blog compie tre anni e ha i suoi lettori.
Pure se non è un blog di politica.
Né un blog di costume.
Né un blog col sociale.
Pure se parla del corpo al di là delle diete e del cibo. (Ma c’è una sezione che si intitola, cristologicamente, Pane & Vino).

Il mio blog compie tre anni; è il mio luogo confessionale; è l’invaso nel quale organizzo la mia scrittura; per esso non metto giù un piano editoriale per il motivo base che scrivo quando mi pare e solo quando ne ho voglia; non c’è pubblicità.
Nel mio blog c’è solo quello che sento.
E stiamo ragionando nell’ordine dei sentimenti.

Oggi voglio ringraziare tutti coloro che lo frequentano, che ritornano, che io conosco anche se le statistiche sono protette, voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno fatto scendere dal mio sgabello, che peraltro amo, e uscire dalla mia cucina.

Visto che siamo in vena di confidenze, vi dico che trovo dementi quelli che si fanno gli auguri da soli, sto dicendo sui social.
In privato, certo che gli auguri, fra te e te, te li fai.

E ci mancherebbe.

Dunque, certo io non mi faccio gli auguri per me.
Però, gli auguri li faccio al mio blog, che compie tre anni.
E, se volete unirvi a me nel festeggiamento, certo che va bene e che vi sono grata.

Esattamente così come vi aspettate: vi sono grata profondamente, dopo che ci ho pensato; che ci ho dormito, e sognato, sopra; dopo che sono stata così contenta tutte le volte che c’era una visita nuova; tutte le volte che la prima volta è diventata una consuetudine; tutte le volte che qualcuno è venuto a leggermi e a salutarmi.

Io, in occasione del terzo compleanno del mio blog, vi sono grata con tutti i sentimenti.

4 Comments

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  1. E come ogni anno desidero festeggiare con te e condividere il sentimento preziosissimo della gratitudine: per me il tuo blog rinnova a ogni lettura la gioia per tutte le cose belle che si incontrano nella vita e mi ricongiunge con tutto ciò che riconosco come unico ed insostituibile!
    Un nuovo brindisi insieme!

    • Grazie, Caterina carissima, amo questo nostro appuntamento e questo nostro legame, brindo con te ancora una volta al nostro scambio

  2. Ecco, tra le cose belle della vita, ‘ lo scambio’. Ti porta Altrove. ‘Cento di questi giorni’.

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