L’INVENTARIO, 25. IL CONTROESODO

Bollino giallo, rosso e, oggi, nero.
Praticamente, l’incubo.
I bollini mi ricordano la nonna materna, la piemontese, che faceva la raccolta di quelli della VeGé, che esiste ancora.
La nonna, in estate, quando stavo da lei in vacanza, mi mandava a fare la spesa in bicicletta lontano dalla cascina dove stavamo, che si chiamava Cantamessa, le case spesso lì hanno un nome, allora andavo a fare la spesa, con la grossa sporta attaccata al manubrio e il rischio di cadere al ritorno con la sporta piena, andavo a raccogliere i bollini invece di stare tutto il giorno per strade e campi con la mia amica grande.
Lei aveva almeno dieci anni più di me, io, di anni, ne avevo cinque, sei, sette.
Lei si chiamava Gabriella.
Le piacevano i bambini e avrebbe fatto la maestra.
A scuola era somara e la rimandavano sempre, per cui passavamo anche del tempo sotto il portico di casa sua con lei che studiava e io che le facevo compagnia.
Lei mi ha insegnato ad andare in bicicletta, quattro ruote, tre, due, giù nel fosso.

Ma ormai era fatta.

A lei piaceva un ragazzo che faceva il meccanico, quindi passavamo davanti all’officina dove lui lavorava almeno trenta volte al giorno, io, quando stavamo lì, dovevo strillare con quanto fiato avevo in gola «Dai, Gabriella, spingimi», spingimi, così io vado più forte in bicicletta e, soprattutto, lui sa che tu gli sei passata davanti.
Non mi ricordo come andò a finire fra loro, mi ricordo che da allora cominciai a pensare che i meccanici fossero maschi irresistibili.

Il Cirillino

La mia bicicletta si chiamava Il Cirillino, ne ho trovata una storica in internet, così ve la faccio vedere, certo, il Cirillino mio non era un residuato bellico come questo, però serve a farvi un’idea.

Ma parlavamo di bollini e di controesodo, parola che sembra un po’ una castroneria, nella Bibbia, subito dopo la Genesi, c’è l’Esodo, però il controesodo non c’è, quindi si intuisce che l’esodo è senza ritorno, solo i turisti si sottopongono a questo andirivieni da bollini neri nel mese di agosto.

Estate 2019, punto della situazione.
Al cinema, niente.
Alla radio, da due mesi solo repliche, autogol autentici, se il programma era mediocre e lo riascolti, ti sembra mediocre due volte; se il programma era buono, come erano tempo fa i programmi, dici, lo vedi, mica ricordavo male, la qualità era un’altra, guarda tu che robaccia fanno questi oggi.
Mentre puoi già comprarti i biglietti per la mostra di Gauguin a Londra, che inaugura il prossimo 7 ottobre e per quella di Toulouse-Lautrec, che inaugura il 9 a Parigi, qui da noi le notizie delle attività culturali dell’autunno sono scarse.
Quando ci sono, sono deludenti.
Sarà il clima, sarà il caldo, sarà che da noi, come dicono loro a Londra, ci sono le stagioni, che loro non hanno, fatto sta che la nostra estate dura quattro mesi, quest’anno ha fatto un brutto maggio, quindi ci siamo limitati a mesi tre.

Comunque lunghi. Comunque troppi.

Decido io, oggi, che l’estate ha scollinato, che è ora di rimettersi a fare cose belle, lo dice pure la mia rivista, questi looks (è scritto così) vi daranno la voglia di rientrare.
La mia rivista è francese, là fanno durare la versione estiva, quella con molti libri, molto corpo come deve essere e molta moda spiaggia, per sette settimane, non sedici come da noi.
Quest’anno, visto il maggio, solo dodici.
Per procurarmi la mia rivista devo fare una specie di lavoro parallelo al lavoro che già faccio, telefonare all’edicola, chiedere se è uscita, prendere la macchina, arrivare fino a via Veneto, trovare un parcheggio, andare all’edicola e ringraziare perché, la rivista, me l’hanno messa da parte.
L’altra edicola dove mi servo di solito sta a via del Corso, quindi al momento è irraggiungibile, la metropolitana è chiusa per lavori e certo non mi metto a prendere l’autobus che la sostituisce.

Penso sempre che amo molto le città grandi perché sono piene di servizi, però dalle mie parti i servizi scarseggiano.
Una contraddizione poco moderna.

Nel mese di giugno e in vista dell’estate ho deciso di scrivere per il mio blog un inventario alla Prévert, ho raccontato qui quello che intendevo fare.
Nella sostanza, essere libera di trattare tutti i soggetti che mi venivano in mente, senza una logica e in ordine sparso.
Come sempre succede, però, la logica è uscita fuori da sola e, se mi guardo indietro, essa mi appare chiara.
Sono arrivata con questo articolo al numero 25, che mi sembra un bel numero, quindi oggi chiudo l’inventario.
Il mio blog, come tutti i blog, ha un gestionale, che è una specie di mondo parallelo pieno di possibilità, e uno strumento per l’analisi del traffico.
Traffico anche qua, però se qui è da bollino nero, è festa, perché vuol dire che molta gente mi ha reso visita.

Ringrazio tutti.

Si scrive per sé, ma non su un blog, per sé si scrive altrove e in modo diverso, quindi per me è importante sapere come è andato l’Inventario.
I dati sono criptati, quindi io non so chi viene a trovarmi, volendo posso fare delle statistiche sui browser e sui sistemi operativi utilizzati e sugli orari con una maggiore frequenza di visite, argomenti ai quali sono interessata poco o niente.
Quello che ho imparato, ma in realtà già ce l’avevo in mente, è che quando scrivi non devi dirti che scrivere è inutile perché tanto è stato già detto tutto, devi scrivere solo per il piacere di farlo, di cercare e, se possibile, trovare un contatto con chi ti legge.
Alcune persone mi dicono che mi leggono, di altre non lo saprò mai e anche questo è un dato di fatto.
Seguo due blogger, due donne, da parecchio tempo, loro hanno un’esperienza diversa dalla mia, stanno su pista da più di dieci anni, i loro sono blog diversi da questo, però, come si dice, sono ispiranti e poi loro scrivono molto bene ed entrambe riflettono sulla scrittura.

Scrivere è bello, io provo sempre a far scrivere i miei studenti, credo che si debba scrivere comunque, mettere nero su bianco dà la possibilità di organizzare i pensieri e di chiarirsi le idee, un blog, poi, ha tutto un lato di creazione che per me è molto importante, io sono un teorico, però questo continuo contatto con l’arte non può non spingerti a tentare qualche strada, fosse pure solo di espressione personale, fosse solo di riflessione su quello che vedi.

Allora, come detto, la mia estate per me finisce oggi.
Se voi ne volete un altro pezzetto, non preoccupatevi, ce n’è ancora, so che per qualcuno l’estate non è mai lunga abbastanza, del resto l’estate è una dimensione di giovinezza.
Me lo dicono i romanzi, me lo dicono i film, me lo dice la mia esperienza, se un’estate ti va storta, devi attendere un anno intero per averne un’altra.

Giorni fa ho sentito in una replica alla radio una vecchia intervista a Dino Risi, che è un intellettuale raffinato e che ha detto che lui, le montagne più belle, le aveva viste alla Scala. Come pure i temporali meglio riusciti, pensiamo solo a quello dell’ultimo atto del Rigoletto, che descrive alla perfezione la tragedia dell’amore disgraziato di Gilda.
Ecco, questa cosa mi ha dato molto da pensare.
Io, che sono così poco contemplativa e per niente in fase con la natura, ho trovato molto apprezzabile quest’estate vissuta ed espressa attraverso il mio Inventario, che è una cosa scritta, quindi un po’ più distillata della vita reale, insomma, una specie di proiezione, di riassunto, una cosa che spero abbia avuto anche qualche momento di poesia, perché è nata da Prévert e perché per lui la poesia sta dappertutto.
E se voi siete qui con me, è probabile che la pensiate così anche voi.

…deux soeurs latines trois dimensions douze apôtres
mille et une nuits trente-deux positions six parties
du monde cinq points cardinaux dix ans de bons et
loyaux services sept péchés capitaux…
et …
plusieurs ratons laveurs

…due sorelle latine tre dimensioni dodici apostoli
mille e una notte trentadue posizioni sei parti
del mondo cinque punti cardinali dieci anni di buoni e
leali servizi sette peccati capitali…
e…
molti orsetti lavatori

2 Comments

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  1. Rosella cara,
    io, come te, sono contenta che l’estate volga al termine e attendo impaziente la mia stagione preferita: l’autunno.
    Ti ringrazio perché il tuo Inventario mi ha tenuto compagnia durante queste interminabili giornate, arricchendole e rendendole più liete.
    Sono tra coloro che ti leggono sempre ovunque si trovino!

    • Rosella Gallo

      19 agosto 2019 — 15:15

      Grazie, Caterina carissima, della presenza e del commento, sono contenta di averti fatto compagnia, è un po’ come se ce la fossimo fatta una con l’altra, con piacere reciproco, ti auguro le cose più belle per l’autunno, con sentimenti di affetto e di amicizia

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