A dare un’occhiata intorno, un blog di successo ha caratteristiche precise.
Fa vedere borse e scarpe, cosa che a me non passa nemmeno per la testa, uso una sola borsa, seppure piuttosto bella e non sono una maniaca delle scarpe; mostra continuamente vestiti diversi e io sto sempre vestita nel medesimo modo; pubblica le foto delle vacanze in posti esotici e io non sono mai stata in un posto cosiddetto esotico in vita mia.
Ma, come tutte le blogger che si rispettino, ho anch’io il mio asso nella manica e colgo al volo un’altra possibilità.
Dunque, eccomi a darvi alcune delle mie ricette di cucina, cominciando da quella che realizzo più spesso e con un certo talento, forte anche del fatto che il mio piatto può essere servito a tutti e tre i pasti principali della giornata, per non parlare di quanto sia opportuno portarselo in viaggio o gustarlo in mezzo alla natura per una di quelle occasioni che i pittori ci hanno insegnato a chiamare déjeuner sur l’herbe.

Ecco, dunque, per voi, il mio: uovo sodo.

Mi sono già occupata di uova qui http://www.contutti-isentimenti.com/pane-e-vino/saper-cuocere-un-uovo-piccola-storia-dellarte-vista-dalla-parte-del-rosso-del-bianco in occasione della Pasqua di quest’anno, ripubblicando un piccolo saggio già uscito su una rivista.
Ma adesso passo alla parte pratica e vi parlo del mio uovo sodo.
Di cui curo la provenienza e la freschezza, badando anche a tirarlo fuori dal frigorifero per tempo per riportarlo a temperatura ambiente.
Ho anche un pentolino apposito, che nasce e vive praticamente per questo.
Trovo l’uovo sodo geniale, sazia, non sporca, non si rompe, è discreto, artisticamente attendibile (vedi sopra), praticamente ti risolve la vita.
Io sto poco in cucina, ovvero, ci sto tantissimo, essendo la cucina insieme alla stanza da bagno e al mio studio e alla camera da letto uno dei posti che prediligo nella mia casa, però non è proprio che ci cucini, bensì un po’ ci lavoro, un po’ ci leggo, un po’ sfoglio con vivo piacere e interesse qualcuno dei meravigliosi libri di cucina che la mia bibliotechina, a essi destinata, accoglie.
Cucino poco perché mangio poco, perché non ho tempo, perché mi secca sporcare la cucina, dove, appunto, ci tengo libri bellissimi, perché ho sempre di meglio da fare.
Però all’uovo sodo mi dedico con tutta me stessa.
Allora, statemi a sentire.
Prendete il vostro pentolino, capace quanto basta, riempitelo d’acqua e mettetelo sul fuoco con un coperchio.
Quando l’acqua comincia a fremere (finezza di lettrice compulsiva di ricette), calateci dentro delicatamente l’uovo aiutandovi con un cucchiaio.
Controllate che l’acqua riprenda il bollore.
Date al timer 6 minuti.
Andate a farvi un giro per la casa, potete cominciare a struccarvi, fare una telefonata breve, prendere un appunto professionale, innaffiare le piante, occuparvi del vostro letto.
Appena il timer suona, tornate alla vostra ricetta, con una presina afferrate saldamente il pentolino e versate l’acqua bollente nel lavello.
Avreste già dovuto calcolare i tempi del servizio in tavola, perché è vero che l’uovo sodo si può anche freddare sotto l’acqua corrente, però personalmente preferisco farlo freddare da solo, in modo che conservi quel tepore che lo rende più gradevole al palato e anche, diciamo così, più umano, sono di quelli che non amano i cibi freddi e che non mangiano gelati proprio per questo.

Quando l’uovo è freddo ma non gelido, potete sgusciarlo. Suggerisco il metodo tradizionale, quello che dice di batterlo un po’ su un piano in modo da crepare il guscio e poi di procedere con accuratezza alla sua eliminazione totale.
In un video ho visto anche che l’uovo sodo si può sgusciare mettendolo in un bicchiere con un po’ di acqua, tappando il bicchiere con il palmo della mano e poi agitandolo forsennatamente per qualche secondo.
E ti credo che si sguscia. Ma secondo me questo è un procedimento violento, che sbatte troppo l’uovo e sbatte pure chi lo sbatte.
Eviterei.
Le buone maniere sono sempre le migliori.

La vostra colazione, il vostro pranzo o la vostra cena è lì davanti a voi.
Adagiate l’uovo sodo su un bel piatto, metteteci vicino, se siete in vena di festa, un qualche contorno e godetevi il rigore, la semplicità, le proprietà nutritive e anche l’impareggiabile aspetto del frutto della vostra creatività e del vostro impegno.